Covid-19: luxury brand sempre sotto pressione
L’industria mondiale del lusso è sotto pressione per l’emergenza Coronavirus. Un’emergenza che per il comparto è iniziata praticamente a inizio anno con la crisi in Cina, oggi uno dei più importanti mercati di sbocco per i prodotti dei luxury brand. E anche se ora in Cina si va verso una normalizzazione, i problemi si sono trasferiti in Europa e negli Usa, senza che, ovviamente, ci sia stato ancora alcun cenno di ripresa dei consumi cinesi.
Tutte le griffe, allo scoppiare dell’emertenza in Cina, hanno cercato di dirottare i prodtti in aree non interessate dall’epidemia, ma non è servito dal momento che questa si è esteda apraticamente tutte le zone di possibile interese.. Così le vendite si sono fermate e le merci restano in magazzino.
In proposito l’analista Krista Corrigam, intervistata da Vogue Business gha stimato che il numero di beni di alta gamma attualmente in stock,, supera del 32% quello dello scorso anno.
Così secondo alcuni osservatori le aziende della moda dovrebbero rivedere le loro strategie vendendo collezioni in pratica destagionalizzando. Ossia dovrebbero continuare a proporre beni che in tempi normali avrebbero avuto la durata di una sola stagione, recuperando così almeno parte dell’invenduto.
Tutti i brand del lusso cono dunque impegnati a rivedere le proprie strategie anche per il rischio che gli effetti di questa crisi possano perdurare anche per buon parte del prossimo anno.