Per l’energia l’Ue è totalmente russo-dipendente

Quanto dipende l’Unione Europea dal gasse e dal petrolio russo? Ha fatto i conti Eurostat l’ente di statistica Ue, secondo cui le importazioni di combustibili fossili dalla Russia assicurano un quarto di tutti i consumi di energia dell’Unione Europea. E se si guarda al gas naturale, la dipendenza europea su Mosca raggiunge il 41%.

Guardando ai dati del 2020 sul totale dei consumi energetici (57.742 PetaJoule) il 24,4% è stato assicurato da importazioni dalla Russia.
Secondo le tabelle Eurostat, su questa dipendenza totale l’Italia risulta in linea con le medie europee, la Germania è più esposta con una quota di dipendenza dalla Russia che supera il 30%, l’Ungheria ancora di più con una quota sopra il 50% e la Lituania sfiora addirittura il 100%. All’opposto paesi come Francia e Spagna sono meno esposti, con quote inferiori al 10%.

Il problema più evidente è quello del gas, che assicura il 23,7% del fabbisogno di energia in Europa e all’83,6% viene importato.
Eurostat stima che il gas naturale russo assicuri quasi il 10% del fabbisogno di energia totale dell’Unione e oltre il 41% del consumo di gas Ue. Un altro problema rilevante è che a causa delle scelte industriali compiute negli anni passati, mancati investimenti o veti a progetti vari, laddove i consumi di gas sono rimasti sostanzialmente stabili, tra 2011 e 2020, la produzione interna Ue è crollata di ben il 60%, da 139 miliardi di metri cubici a 55,7 miliardi di metri cubici.

Eurostat ricordainoltre che il petrolio resta la prima fonte di energia in Europa, nonostante la sua quota sul totale sia calata al 34,5%. Qui la dipendenza dalle importazioni raggiunge il 96%, mentre la produzione interna è appena del 3%. La Russia assicura il 36,5% dei consumi Ue di petrolio, gli altri produttori globali il 60%.

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