Governo a rischio per i maldipancia pentastellati

In attesa del voto di fiducia al Senato la sorte del governo resta appesa a un filo. Ieri in conferenza stampa Draghi ha dettato le sue condizioni: niente ultimatum e niente uscita dei pentastellati dalla maggioranza. L’ipotesi che questo domani escano dall’Aula del Senato quando sarà votata la fiducia sul dl aiuti, agita lo spettro della crisi. E il presidente del Consiglio, alla domanda se sia pronto a ripresentarsi alla Camere, nel caso dell’uscita del Movimento, per verificare se sussista ancora una maggioranza, risponde: “Chiedete al presidente Mattarella, io ho già detto che per me non c’è un governo senza 5s e non c’è un governo Draghi altro che l’attuale”.
Per il premier i rilievi del Movimento “contengono molti punti di convergenza con l’agenda di governo, quindi l’incontro di oggi con le forze sociali va esattamente in quella direzione”, Draghi ha aggiunto che quelli erano “punti che era necessario sollevare.
Ma le assicurazioni di Draghi non sembrano convincere tutti i contiani. E fanno notare che le aperture verso i 9 punti del documento che Conte gli ha consegnato sono state timide: Draghi non si è espresso sul reddito di cittadinanza su cui Conte aveva chiesto una parola chiara affinché non fosse messo in dubbio ogni giorno; il premier ha chiuso per l’ennesima volta alla possibilità di un ulteriore scostamento di bilancio per aumentare l’entità delle risorse del decreto anti-crisi e il Superbonus (che non era all’ordine del giorno del tavolo di Palazzo Chigi con i sindacati) non è stato nominato.
Così oggi il Consiglio nazionale M5S si riunirà per dare una indicazione e Conte renderà esplicita la sua posizione, poi nel pomeriggio o in serata seguirà una riunione con i senatori in vista del voto di fiducia del giorno seguente. Conte potrebbe chiedere ai suoi di esprimere ancora una volta il sostegno al governo Draghi spiegando che occorre verificare cosa effettivamente ci sarà nel decreto annunciato oggi dal premier e rinviando di fatto a fine luglio la scelta di tirarsi o meno fuori.