O Draghi o voto

Tra meno di tre giorni si conosceranno le sorti del governo e della legislatura. Il Presidente del Consiglio mercoledì riferirà in Parlamento, Come da mandato del Capo dello Stato, sull’evoluzione della crisi politica.
Resta da dire che al momento per Palazzo Chigi le cose non cambiano e la linea è quella di non interferire in alcun modo sul dibattito in corso tra le forze politiche. Al momento insomma non vengono registrati “particolari cambiamenti, ci sono molti distinguo”.
Tra le, forze politiche il dibattito è aperto e prevalgono l tesi per una prosecuzione dell’esperienza Draghi, al limite senza i 5Stelle come ritiene, per esempio, Matteo Renzi.
Le “nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte – contraddistinte da ultimatum e minacce – confermano la rottura di quel ‘patto di fiducia’ per Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Sul tavolo dell’incontro del Cavaliere e del leader della Lega a villa Certosa la crisi di governo. I due, dopo aver liquidato il M5S “per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità”, ribadita la ferma intenzione di tenere una strategia comune come centrodestra, affermano di essere pronti al voto. Intanto il Pd punta tutto sull’ala governista del Movimento, dove il clima è teso. Una crepa infatti, proprio quella tra ‘contiani’ e ‘governisti’, rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio.
Tutti sono comunque convinti che se Mario Draghi non ritirerà le dimissioni o se continuerà a dirsi indisponibile per altri governi si andrà al voto, probabilmente entro ottobre