Gli italiani non amano il cibo a base di insetti

Alimenti a base di insetti? Gli italiani dicono: No, grazie!
Una ricerca realizzata dalle Università di Pisa, Parma, Ghent in Belgio, Cornell negli Stati Uniti e Nanjing in Cina, ha valutato la propensione del pubblico a cibarsi con alimenti confezionati con insetti edibili.
Italia e Belgio sono risultati i popoli più riottosi. I più aperti, per contro, messicani e cinesi dove l’entomofagia è culturalmente più accettata.
In genere, comunque, gli uomini sono più propensi delle donne verso i nuovi cibi. E i giovani più dei meno giovani.
Dai risultati del sondaggio è emerso che il genere è il fattore principale che influenza il livello di accettazione, con il maggiore rifiuto in Italia (circa 85% donne e 75% uomini) e il minore in paesi come Messico (circa 46% donne e 15% uomini) e Cina (circa 62% donne e 50% uomini) dove l’entomofagia è culturalmente più accettata.
Nei paesi dove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è minore, ovvero Italia e Belgio, l’età più giovane è un fattore che predispone positivamente al consumo. Considerando infine tutti i cinque paesi, l’accettazione degli insetti trasformati, ad esempio nelle farine, è risultata sempre maggiore rispetto a quelli interi.
“La maggiore propensione al consumo nella fascia di popolazione tra i 18 e i 41 anni rispetto agli over 42 potrebbe essere spiegata dalla curiosità dei più giovani verso il novel food e da una maggiore sensibilità rispetto ai temi legati alla sostenibilità alimentare – dice Simone Mancini, ricercatore del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa -. In generale, per quanto riguarda il nostro paese, i risultati in parte confermano che gli italiani sono meno pronti a inserire questi novel food nella loro dieta, ma denota anche come altri paesi europei o occidentali abbiano già superato queste barriere e siano pronti a buttarsi sul mercato”.